La parola francese flanerie, difficilmente traducibile in italiano, indica un metodo di osservazione del mondo e di ricerca poetica attraverso il ‘perdersi’, passeggiando tra la folla. I primi flaneurs erano poeti come Baudelaire e Rilke, che sceglievano di camminare ‘a zonzo’ facendosi trasportare dall’istinto, senza una meta precisa e quindi liberi di soffermarsi su tutto ciò che li attraeva di più, traendone materiale per i propri scritti.
Ad interessarli erano l’umanità, le facce, i temperamenti, le suggestioni emotive delle persone che incontravano, trovando spesso occasione di identificarsi con loro.
Ci siamo ispirati a questo concetto per creare il nostro mondo danzato immaginando che sia il pubblico stesso ad essere ‘flaneur’, poeta, osservatore, ricercatore.
Abbiamo quindi creato un percorso all’interno delle splendide sale della Villa Tittoni che ‘mettesse in scena’ alcune tematiche umane che tanto hanno ispirato la letteratura lasciando allo spettatore la possibilità di ‘perdersi’ in esse per magari, come dice Omero, ritrovare sé stesso, riconoscendosi in uno dei personaggi danzanti. Lasceremo anche la possibilità ad ognuno di scrivere parole poetiche da lasciare come materiale per un futuro sviluppo.
La performance del 4 luglio è preceduta da incursioni urbane che hanno luogo, a sorpresa, in spazi normalmente non abitati dalla danza e appartenenti alla quotidianità; l’irrompere della bellezza laddove normalmente viene trascurata.
Uno sguardo poetico sulle ‘cose di tutti i giorni’.
Nella rilettura della flanerie data dalle danzatrici della Fondazione CSMD, la logica del flaneur è, come si è detto, capovolta.
“Abbiamo immaginato che sia il pubblico stesso ad essere flaneur, poeta, osservatore, ricercatore” precisa la coreografa e ideatrice Cristina Bucci.
Questo ribaltamento della prospettiva porta alla formazione di un paradigma del tutto nuovo: nel quale è la performance artistica ad aggirarsi per le vie della città, presentandosi del tutto inattesa nella forma di ripetute incursioni urbane che hanno luogo, a sorpresa, in spazi normalmente non abitati dalla danza.
Data e luogo di queste manifestazioni sono stati tenuti segreti fino all'ultimo momento. “La sorpresa è uno degli ingredienti fondamentali di un evento inatteso”, ha precisato la stessa Cristina Bucci nel Comunicato Stampa rilasciato per l'iniziativa.
A posteriori, tuttavia, nulla impedisce di ricordare queste performance, che si sono tenute fra la fine del mese di giugno e l'inizio del mese di luglio: